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Edwards, Jonathan.

Teologo calvinista americano. Ingegno precoce, già a dieci anni redigeva scritti sul materialismo. Entrato nel 1716 allo Yale College, conseguì il diploma quattro anni dopo e successivamente studiò Teologia per diventare ministro del culto nel 1722. Docente a Yale (1724-26), lasciò l'incarico per assumere quello di ministro della chiesa di Northampton, nel Massachusetts dove affiancò il nonno, S. Stoddard, succedendogli alla sua morte, nel 1727. Ebbe così inizio la sua eccezionale esperienza religiosa, facendosi assertore di una forma di ardente e mistico Calvinismo. Diede al movimento evangelico americano una grande spinta propulsiva e stimolò un'ondata di risveglio religioso che, dalla valle del Connecticut, si propagò negli anni intorno al 1730 in ogni direzione. Il suo rigore logico portò la teologia calvinista alle sue estreme conseguenze, cioè alla concezione di un Dio spietato, contro la cui incomprensibile predestinazione ogni sforzo morale dell'uomo risulta vano. Nonostante questo punto di partenza, egli insistette sulla conversione come prova di una salvazione predestinata ed ebbe un'acuta intuizione dell'irrazionalità della psicologia umana, conferendo grande forza morale al movimento detto del "Gran risveglio". L'ostilità e la dura opposizione degli ambienti calvinisti tradizionali lo costrinsero a dimettersi nel 1750 e a lasciare Northampton per Stockbrigde dove svolse attività missionaria tra gli Indiani. Nominato nel 1757 presidente del New Jersey College di Princeton, morì pochi mesi dopo aver assunto l'incarico. Tra gli scritti: Narrazione di conversazioni soprendenti (1736); I segni distintivi dell'opera dello Spirito divino (1741); Pensieri su Revivals (1742); Affetti religiosi (1746); Indagini sulle attuali concezioni prevalenti sul libero arbitrio (1754); Difesa della grande dottrina cristiana del peccato originale (1758); La natura della vera verità (1765) (East Windsor, Connecticut 1703 - Princeton 1758).